Società armatoriali operanti nel settore ambientale: Castalia Ecolmar
E' stata costituita nel 1991 da Castalia S.p.A. e fino alla fine del 2009 ha rappresentato una tra le principali società armatoriali operanti nel settore ambientale. «Castalia Ecolmar» lavora per la prevenzione, il controllo e il contenimento dei fenomeni inquinanti dell'ecosistema marino, configuradosi come struttura di pronto intervento in relazione alle normative internazionali, quali la MARPOL '78 e la OPRC Convention del '90. La sua presenza sul territorio è capillare; il modello organizzativo è composto da una struttura operativa a terra ed una a mare che basa l’attività di prevenzione mediante un pattugliamento sottocosta e in altura, nella maggior parte dei casi con mezzi definiti «supply vessel», che superano i 60 metri, con tanto spazio libero in coperta.
Questo servizio ha visto aumentare il numero delle unità, dal 2000 al 2004, fino a raggiungerne 71, per poi diminuire attestandosi fino alla fine del servizio, nel 2009, su 54 unità. La scoperta dell’inquinamento avviene tramite perlustrazioni, pattugliamenti costieri nelle aree a nord e a sud dei porti di locazione, garantendo in questo modo una copertura totale del territorio costiero, comprese le isole. Dal 2005, questo servizio ha introdotto nuove metodologie per la prevenzione, mediante sistema satellitare e radar. La scoperta via satellite restava compito delle Autorità istituzionali, quindi del Ministero dell’Ambiente, mentre Castalia mantiene la scoperta coi sistemi radar e il pronto intervento a mare in caso di emergenza.
La procedura di intervento passa per il «Centro Operativo Emergenze in Mare», istituito presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con compiti di coordinamento generale degli interventi nei casi di inquinamento o grave pericolo di inquinamento. Da qui viene allarmata la flotta di Castalia Ecolmar: dieci unità d’altura e venticinque unità costiere dislocate in 35 porti italiani, 4 sedi operative periferiche, ad Olbia, Ravenna, Civitavecchia e Messina. Il posizionamento delle unità navali lungo il territorio nazionale garantisce l’intervento entro le 5 ore dal momento in cui viene impartito l’ordine di intervenire, se entro le 3 miglia dalla costa, altrimenti entro le 12 ore per incidenti al largo.
L’attività di monitoraggio viene eseguita anche tramite un sistema radar in grado di localizzare chiazze di idrocarburi da rimuovere. Una volta partito l’allarme ed individuata la zona dell’incidente, si decide quali navi dovessero intervenire.
- Tanto per fare un esempio, se dovessero esserci problemi al largo delle acque liguri, la prima a partire sarebbe l’unità costiera “Tagis”, che staziona nel porto di Savona, mentre se un incidente avesse luogo al largo delle coste siciliane, a mollare gli ormeggi sarebbe l’equipaggio dell’unità “Santangelo”; tutte le navi della flotta sono equipaggiate con barriere galleggianti e dispositivi per delimitare gli sversamenti, assorbirli, raccoglierli o polverizzarli, a seconda della sostanza dispersa in mare.
L’incaglio della “Moby Magic” nel Golfo degli Aranci in Sardegna nel 2003, l’affondamento della nave turca “Tevfik Kaptan 1” nelle acque pugliesi di Santa Maria di Leuca nel 2007, o l’affondamento della nave oceanografica del Cnr “Thesis”, speronata da una portacontainer battente bandiera panamense nel 2007 a Mazara del Vallo, sono solo alcuni degli incidenti verificatisi negli ultimi dieci anni, in cui è stata impiegata anche la flotta di Castalia. Altre operazioni sono state invece effettuate oltre i mari territoriali, come nel caso dell’affondamento del “Prestige” nelle acque galiziane, in Spagna, o in quello della prima azione di bonifica ambientale svolta dall’Italia all’estero, nelle acque del Libano dove esplose una gravissima emergenza in seguito al bombardamento israeliano dei serbatoi della centrale termoelettrica di Jieh, che provocò la fuoriuscita in mare di circa 15 mila tonnellate di olio combustibile.
Tutto ciò senza tener conto del valore deterrente che il pattugliamento della flotta di Castalia rappresenta nei confronti di certi tipi di operazioni illecite che possono compiersi in mare, come ad esempio il lavaggio delle cisterne per oli combustibili o petrolio.
Approfondimenti
Dal 10 maggio 1999 il Ministero dell’Ambiente ha attivato un servizio pubblico finalizzato alla prevenzione e alla lotta agli inquinamenti marini lungo tutti i circa 7.500 Km. di costa italiana, mediante l’impiego di 58 unità navali specializzate.
Questo sistema di tutela e prevenzione nazionale è stato istituito in attuazione della normativa nazionale e in ottemperanza a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, cui l’Italia ha aderito, in materia di lotta agli inquinamenti marini da idrocarburi e da sostanze tossico-nocive in genere.
La struttura si compone di 9 unità di altura (SS/VV), 12 unità litoranee/alturiere (UU/SS) e 37 unità costiere (BB/DD), queste ultime dislocate particolarmente in prossimità delle aree marine protette, già istituite o in corso di istituzione o comunque in aree di particolare pregio naturalistico. Le unità navali sono fornite dal Consorzio CASTALIA-ECOLMAR sulla base di contratto di noleggio e appalto di servizio.
I SS/VV (Supply Vessel), sono unità di altura abilitate alla navigazione internazionale lunga; hanno una lunghezza F.T. che varia da 43,00 mt. a 64,00 mt.; inoltre hanno una capacità di stoccaggio degli idrocarburi recuperati di 200mc., una velocità di 12 nodi ed hanno come dotazioni di bordo per l’antinquinamento 400 mt. di panne d’altura, 200 mt. di panne costiere e impianti ed attrezzi specifici per la raccolta degli idrocarburi in mare. Le UU/SS (unità litoranee/alturiere), sono unità navali abilitate alla navigazione internazionale lunga e nazionale costiera; hanno una lunghezza F.T. che varia da 30 mt. a 36 mt., una velocità di 10 nodi ed una capacità di stoccaggio degli idrocarburi recuperati da 40 mc. a 200 mc.; hanno 200 mt. di panne d’altura e 200 mt. di panne costiere; per le altre dotazioni di bordo per l’antinquinamento sono sostanzialmente equivalenti a quelli della classe superiore. I BB/DD (battelli disinquinanti), sono unità abilitate alla navigazione litoranea, hanno una velocità di 8 nodi, lunghezza F.T. che varia da 10,80 mt. a 22,00 mt., hanno una capacità di stoccaggio degli idrocarburi recuperati da 10 mc. a 16 mc., hanno a bordo 100 mt. di panne costiere; sono particolarmente indicati per la raccolta di rifiuti solidi e liquidi inquinanti a pochissima distanza dalla costa. Le unità in questione, dislocate in 71 porti italiani, svolgono servizio di pattugliamento e pronto intervento per la raccolta di idrocarburi in mare secondo rotte programmate per otto ore giornaliere e sei giorni la settimana, festivi non esclusi, nel periodo estivo compreso tra il 1° giugno e il 30 settembre; nella restante parte dell’anno i mezzi navali sono operativi per tre giorni la settimana. Nei giorni in cui non sono operative sono in banchina pronti a partire entro 30 minuti dalla richiesta, soprattutto per far fronte ad eventuali emergenze dovute ad inquinamenti. Durante il normale pattugliamento, i mezzi specializzati sono tenuti a recuperare i rifiuti galleggianti, sia solidi che liquidi, per poi conferirli in banchina e, successivamente, trasferirli e smaltirli in discarica autorizzata. Particolare attenzione, nel corso del pattugliamento, è data all’attività di avvistamento e tutela di mammiferi marini e tartarughe in difficoltà.
Le unità antinquinamento del Ministero dell’Ambiente svolgono, sostanzialmente, due funzioni strategiche:
- vigilanza e prevenzione antinquinamento lungo le rotte programmate (il Comandante dell’unità ha l’obbligo di segnalare via radio alla più vicina Capitaneria di Porto l’unità mercantile o da diporto che stia illegittimamente scaricando in mare idrocarburi o comunque sostanze nocive);
- intervento in emergenza per la raccolta degli idrocarburi sversati in mare mediante le speciali apparecchiature di bordo al fine di contenere per quanto possibile gli effetti nocivi dell’idrocarburo sull’ecosistema marino.
Le unità convenzionate di maggior tonnellaggio (unità alturiere) possono anche svolgere attività di disincaglio o rimorchio di navi mercantili in difficoltà al fine di prevenire possibili inquinamenti conseguenti al sinistro nonché attività di travaso del carburante o prodotto esistente a bordo della nave mercantile in difficoltà riducendo quindi il pericolo di danno ambientale.
Presso il Servizio Difesa del Mare (Divisione IV) è stato istituito il Centro Operativo per le Emergenze in Mare con compiti di coordinamento generale degli interventi nei casi di inquinamento o grave pericolo di inquinamento.