Disciplina della pesca sportiva-ricreativa
La Pesca Non professionale, così come la definisce l’art. 6 del D.lgs. n. 4/2012, è la pesca che sfrutta le risorse acquatiche marine vive per fini ricreativi, turistici, sportivi (agonistici) e scientifici. Tale tipo di pesa si ripartisce a sua volta (Regolamento CE 302/2009) in :
- «Pesca scientifica»: è l'attività diretta a scopi di studio, ricerca, sperimentazione, esercitata dai soggetti indicati nel Capo III del Titolo I del D.P.R. 2 ottobre 1968, n. 1639;
- «Pesca sportiva»: una pesca non commerciale praticata da soggetti appartenenti ad un’Organizzazione sportiva nazionale o in possesso di una licenza sportiva nazionale;
- «Pesca ricreativa»: una pesca non commerciale praticata da soggetti non appartenenti ad un’Organizzazione sportiva nazionale o che non sono in possesso di una licenza sportiva nazionale.
La pesca sportiva-ricreativa è disciplnata dal Decreto Legislativo 19 gennaio 2012, n. 4 (come modificato dall’art. 39 – Capo VIII della Legge 28 luglio 2016, n. 154 sulle disposizioni in materia di pesca e acquacoltura) e Regolamento di esecuzione approvato con D.P.R. n. 1639 del 2 ottobre 1968 (modificato dal D.P.R. n. 219/1983)
A sua volta la pesca sportiva e ricreativa la si può suddividere in:
- pesca da terra;
- pesca subacquea;
- pesca da unità da diporto (navi, imbarcazioni e natanti).
Sono vietati, sotto qualsiasi forma, la vendita ed il commercio dei prodotti di tale tipo di pesca.
Ciononostante, in via eccezionale, può essere autorizzata la “commercializzazione” di specie catturate nell’ambito di “gare sportive”, purché il reddito generato dalla loro vendita sia destinato a scopi benefici.
In generale la pesca ricreativa è consentita con l’uso dei seguenti attrezzi “individuali” e “non individuali”
- In generale la pesca ricreativa è consentita con l’uso dei seguenti attrezzi “individuali” e “non individuali” (art. 138 D.P.R. n. 1639/68):
- coppo o bilancia;
- giacchio o rezzaglio o sparviero;
- canne;
- lenze fisse (canne);
- lenze morte;
- bolentini;
- correntine (a non più di 6 ami);
- lenze per cefalopodi;
- lenze a traino di superficie e di fondo;
- filaccioni;
- nattelli per la pesca in superficie;
- fucile subacqueo;
- fiocina a mano;
- canna per cefalopodi;
- parangali fissi o derivanti (coffe) max 200 ami per unità da diporto;
- nasse (=trappole)[1] non più di 2 per unità da diporto;
- rastrelli da usarsi a piedi.
[1] Trappola (es. nasse): attrezzo da pesca che viene calato ed ivi lasciato passivamente, generalmente costituito da una camera con una o più bocche che permettono l’ingresso, ma non l’uscita degli organismi da catturare.