Il Ministero dell’ambiente: organizzazione ed attività
L’istituzione governativa che si occupa in primis della tutela dell’ambiente marino non può che essere il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territrio e del mare, istituito con la Legge del 08 luglio 1986 n° 349, il cui compito è quello di assicurare la promozione, la conservazione ed il recupero delle condizioni ambientali conformi agli interessi fondamentali della collettività ed alla qualità della vita, nonché la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale nazionale e la difesa delle risorse naturali dall’inquinamento. A livello centrale è strutturato in dipartimenti. Il Dipartimento per le risorse idriche, si occupa essenzialmente della gestione e tutela delle risorse idriche, prevenzione e protezione dall’inquinamento idrico e difesa del mare e dell’ambiente costiero. Del medesimo fanno parte poi due direzioni, una per la tutela delle acque interne (TAI) ed un’altra per la difesa del mare (DM); in quest’ultima operano poi quattro divisioni.
- Tra le molteplici funzioni, da citare sono certamente quelle relative ai seguenti obiettivi:
- il monitoraggio delle acque marine;
- la promozione della sicurezza dell’ambiente marino;
- il rilascio di autorizzazioni agli scarichi in mare da navi o piattaforme, pianificazione;
- coordinamento degli interventi in caso di emergenza – inquinamento;
- attivazione dei mezzi specializzati per l’intervento antinquinamento dell’ambiente marino;
- supporto al Ministro per l’esercizio della vigilanza sull’attività scientifica, amministrativa e contabile dell’ICRAM (Istituto centrale per la ricerca applicata al mare).
In merito al monitoraggio delle acque marine, questo programma, predisposto dai tecnici della Direzione generale per la protezione della natura (ex Servizio Difesa Mare) e dell’ICRAM, ha come obiettivi quelli di verificare per ciascuna Regione lo stato di qualità ambientale, raccogliere in una banca dati realizzata presso la Direzione generale per la protezione della natura tutti i dati emersi a livello nazionale e metterli a disposizione dei vari utenti e distribuire le metodiche analitiche di riferimento per le analisi previste dal programma. Le indagini salienti ricadono su 73 aree inquinate significative, localizzate lungo le coste italiane, delle quali, 57 scelte come aree critiche da confrontare con le restanti 16, individuate, invece, come aree di controllo, privilegiando quelle sui molluschi che hanno la capacità di conservare in memoria gran parte delle sostanze con cui sono venute a contatto, e degli ecosistemi quali le praterie di “Posidonia oceanica”, pianta marina fanerogama superiore che ossigena ed offre riparo a molte specie di pesci.
In merito al coordinamento degli interventi in caso di emergenza – inquinamento, con decisione n. 2850/2000/EC in data 20 dicembre 2000 del Parlamento Europeo e del Consiglio, la Commissione Europea ha istituito il Quadro Comunitario di Cooperazione in materia di prevenzione e lotta all'inquinamento marino, nell’ambito del qual è stata decisa l'attivazione del "Community Information System" che in sintesi costituisce la banca dati comunitaria su tutti i mezzi e le apparecchiature idonee alla lotta all'inquinamento marino, di pronto impiego nei casi di emergenza e disponibili presso i diversi Paesi dell'Unione.
Per quanto concerne, infine, l'attivazione dei mezzi specializzati per l’intervento antinquinamento dell’ambiente marino, in data 10/05/1999, è stato attivato un servizio (in attuazione anche delle direttive comunitarie e convenzioni internazionali cui l’Italia ha aderito) per la prevenzione e la lotta agli inquinamenti marini lungo tutta la costa della penisola attraverso l’impiego di 71 unità specializzate, che vanno a costituire la cosiddetta “Flotta Gialla”. Tali unità possono essere classificate in tre categorie:
- Supply – Vessel, adatte alla navigazione internazionale lunga con una velocità minima di 12 nodi in quanto hanno caratteristiche tecniche e impiantistiche che consentono il recupero meccanico di idrocarburi, materiali solidi e carcasse, l'aggressione chimica degli inquinanti e gli interventi antincendio e di salvataggio, la cui capacità di recoil (stoccaggio degli idrocarburi) è di oltre 200 metri cubi, essendo le dotazioni di bordo complete di tender, panne, skimmer, impianti ed attrezzi specifici;
- Unità Superiori, strutturate per la stessa tipologia di interventi, aventi, invece, una capacità di recoil di oltre 40 metri cubi, una velocità minima di 10 nodi e dotazioni di bordo sostanzialmente equivalenti a quelli della classe maggiore;
- Battelli Disinquinanti con compiti specifici di intervento costiero aventi capacità tecniche e dotazioni impiantistiche che compatibilmente alle minori dimensioni, consentono la raccolta di solidi inquinanti. La loro capacità di recoil è di oltre 10 metri cubi mentre la velocità minima di 8 nodi.
Le unità della flotta gialla, nella fattispecie tecnico - operativa, svolgono servizio di pattugliamento e pronto intervento per la raccolta di idrocarburi secondo rotte programmate per otto ore giornaliere e sei giorni la settimana, festivi inclusi, per il periodo estivo. Nel periodo invernale, invece, solo tre giorni la settimana e negli altri sono in banchina pronti ad intervenire entro 30 minuti per far fronte ad eventuali emergenze. Durante il pattugliamento, tra l’altro, provvedono alla raccolta dei rifiuti galleggianti, sia solidi che liquidi, per poi scaricarli in banchina e successivamente smaltirli, avvistare e tutelare i mammiferi marini e le tartarughe in difficoltà ed infine ad eventualmente segnalare via radio alla locale Capitaneria di Porto, sotto il cui controllo sono sottoposte, l’unità mercantile o da diporto che stia illegittimamente scaricando in mare idrocarburi o sostanze nocive.