Pene accessorie
La seconda categoria di pene prevista dal Codice penale comune è rappresentata dalle «pene accessorie». A differenza delle pene principali, le pene accessorie si riferiscono solo ad alcuni reati e «conseguono di diritto alla condanna, come effetti penali di essa». In altre parole, rappresentano un effetto automatico della condanna inflitta per taluni reati (artt.19-20 c.p.). Hanno un carattere affittivo e fortemente limitativo dei diritti costituzionalmente garantiti.
- Ad esempio, perciò, se il viene condannato per il reato di corruzione (artt. 318-319-ter c.p.), alla condanna consegue, come effetto automatico, la pena accessoria della “incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione“(artt. 32-ter e 32-quater c.p.). Consegue altresì la pena accessoria della “interdizione (perpetua o temporanea, a seconda della entità della condanna, art. 29 c.p.) dai pubblici uffici” (artt. 28 e 31 c.p.).
- Ad esempio, ancora, se tizio viene condannato all’ergastolo, egli subisce automaticamente e, in particolare, le seguenti pene accessorie:
- interdizione perpetua dai pubblici uffici (artt. 28 e 29 c.p.);
- interdizione legale e decadenza della potestà dei genitori (art. 32 c.p.);
- pubblicazione della sentenza di condanna (art. 36 c.p.).
Gli esempi fatti in precedenza chiariscono che le pene accessorie sono:
- aggiuntive rispetto a quelle principali e ne accrescono la afflittività;
- interdittive (=impeditive) o sospensive dall’esercizio di diritti, potestà, uffici;
- permanenti (o temporanee): la durata delle pene accessorie temporanee è determinata dalla legge. Quando mancano espresse previsioni legislative, le pene accessorie hanno la stessa durata delle pena principale inflitta (art. 37 c.p.).;
- hanno una finalità di prevenzione speciale: mirano, cioè, attraverso la interdizione o la sospensione, a impedire che il colpevole possa ricadere in reati della stessa specie di quello per il quale è stato condannato. E’ per questo motivo che i termini di durata della pena accessoria decorrono da quando il condannato non è più sottoposto a pena detentiva o a misura di sicurezza detentiva (art. 139 c.p.)
- Ad esempio, mentre la durata della interdizione dai pubblici uffici è fissata dalla legge (in 5 anni: art. 29 comma 1 c.p.), mancano espresse previsioni legislative in tema di durata della interdizione dagli uffici direttivi delle imprese (art. 32-bis c.p.). Di conseguenza, a norma dell’art. 37 c.p., quest’ultima pena accessoria avrà la stessa durata della pena principale inflitta.
► Le principali pene accessorie previste dalla legge penale comune per i «delitti»:
- interdizione dai pubblici uffici (art. 28, 29, 31 e 38 c.p.): perpetua o temporanea;
- interdizione da una professione o da un’arte (artt. 30 e 34 c.p.): temporanea;
- interdizione legale (art. 32 c.p.): perpetua o temporanea;
- interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese (art. 32-bis c.p.): temporanea; impossibilità di contrarre con la pubblica amministrazione (artt. 32-ter e 32-quater c.p.).
- decadenza della potestà dei genitori (art. 34 c.p.) e sospensione dal suo esercizio.
► Principali pene accessorie previste dalla legge penale comune per le «contravvenzioni»:
- sospensione dall’esercizio di una professione o di un’arte (art. 35 c.p.);
- sospensione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese (art. 35-bis c.p.).
► Pena accessoria «comune» per i delitti e le contravvenzioni:
- pubblicazione della sentenza di condanna (art. 36 c.p.).
Ci sono però dei casi in cui l’Ordinamento vincola l’applicazione di tali pene alla libera discrezionalità del Giudice. In tal caso, ai fini della loro applicabilità, è necessaria una dichiarazione diretta da parte del Giudice in sentenza che ne determinerà anche la durata. Esempi di pene accessorie ulteriori rispetto a quelle previste dal Codice penale si rinvengono in numerose "leggi speciali".