Acquis di Schengen
L'obiettivo della disciplina europea è quello di contribuire alla creazione effettiva di uno "spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia", all'interno del quale le persone possano circolare liberamente, così come previsto dall'Acquis di Schengen, che rappresenta l'insieme di disposizioni e misure comuni adottate dagli Stati membri in materia di ingresso e concessione dei visti, diritto d'asilo, controllo delle frontiere esterne e cooperazione fra Polizie e dogane.
Gli atti che costituiscono questo insieme di disposizioni sono gli Accordi di Schengen del 1985, ma anche la Convenzione di applicazione degli Accordi del 1990 e tutti i successivi protocolli di adesione firmati dagli Stati partecipanti (l'Italia ha aderito nel 1990, ma ha iniziato ad applicare gli accordi solo a partire dal 26 ottobre 1997, per concludere la soppressione dei controlli alle frontiere terrestri e marittime il 31 marzo 1998).
Al fine di riconoscere questo "spazio di libertà", il Trattato di Amsterdam ha previsto, in un suo protocollo finale, l'integrazione dell'Acquis di Schengen nella normativa comunitaria.
In questo modo, i Paesi europei firmatari hanno accettato di eliminare progressivamente i controlli alle frontiere comuni e di introdurre un regime di libera circolazione per i propri cittadini.
L'insieme dei territori di questi Paesi costituisce oggi lo spazio o area Schengen, formato da Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Islanda e Norvegia.
Nell'imminente futuro, tuttavia, l'ingresso di nuovi Stati membri nell'Unione Europea lo scorso 1 maggio, lascia prevedere che questo spazio verrà ulteriormente allargato.
Monumento in onore degli Accordi di Schengen