Metodi di misura delle maglia delle reti da pesca
Negli ultimi anni, nell’intento di pervenire ad una razionale gestione delle risorse ittiche, ci si pone in forma sempre più pressante il problema della loro salvaguardia.
Per questo si mettono in atto regolamenti per il contenimento, in alcuni casi per la riduzione, dello sforzo di pesca e si introducono misure tecniche più restrittive per l’uso di determinati attrezzi, unitamente ad altre misure tecniche quali, ad esempio, la limitazione delle dimensioni delle maglie.
Fra gli strumenti tecnici adottati in sede comunitaria e nazionale per una gestione razionale delle risorse, gioca un ruolo molto importante la “misura dell'apertura della maglia” perché da essa dipende la possibilità di fuga dalla rete degli organismi marini, in particolare degli esemplari con dimensioni inferiori a quelle minime pescabili.
Il D.P.R. 1639/68 ha fissato le misure minime delle maglie delle reti, ma non ha dato nessuna indicazione su come misurarle. Successivamente, la legislazione italiana con il DPR 651/78 e con il D.M.21/5/81 ha approvato i «misuratori di maglia» sia a carico longitudinale (ICES mesh gauge) che triangolare.
Le maglie delle reti escono dai telai in forma di losanga (rombo) e sono confezionate oltre che con fili diversi (tortiglie, trecce e catenelle) in poliammide (PA), polietilene (PE), poliestere (PES) e polipropilene (PP)
con intrecci diversi (A-con nodo e B-senza nodo), come indicato in figura.
A - con nodo B - senza nodo
- Il D.P.R. 651/78 fissa due strumenti per determinare l'apertura della maglia:
- misuratore a carico longitudinale
- misuratore triangolare
- ll Regolamento (CE) N. 129/2003 ha introdotto l'utilizzo di nuovi misuratori, che devono recare il marchio “misuratore CE”, reso obbligatorio per gli ispettori della Comunità e gli ispettori nazionali degli Stati mebri dal Regolamento CE n. 517/2008 della Commissione del 10 giugno 2008:
- misuratore CE OMEGA