Legislazione
La pesca è un'attività produttiva caratterizzata da alcune singolarità non identificabili in altri ambiti del sistema economico e da questo ne deriva la sua particolare collocazione in un settore del più ampio comparto della navigazione, disciplinato da una molteplicità di leggi di carattere sanitario, fiscale, commerciale ed amministrativo.
Molti regolamenti legislativi sono stati emanati affinché l’intero settore della pesca marittima godesse di alcune normative e allo stesso tempo potesse seguire un piano di razionalizzazione[1] per l’attività di cattura delle risorse biologiche del mare. Però la pesca è anche un settore per il quale il Parlamento europeo ha chiesto maggiore sicurezza, con riguardo agli aspetti della prevenzione, della formazione professionale e del ricorso alle tecnologie più moderne per i dispositivi del salvataggio. Trattandosi di un'attività che si svolge lontano (relativamente) dalla terraferma, alla mercé degli elementi naturali, in condizioni di lavoro difficili, quella della pesca può essere definita una professione pericolosa.
A regolamentare il settore sono intervenute anche alcune convenzioni e raccomandazioni internazionali, elaborate soprattutto dall’Organizzazione mondiale del lavoro (ILO) e dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO), alle quali l’Italia ha aderito (Londra e Torremolinos).
A queste si aggiungono le disposizioni legislative comunitarie contenute in alcune direttive sulla sicurezza dei pescherecci che, tuttavia, nell’insieme non coprono che l’11% del settore (Lpp>24 m).
L'attività della pesca marittima è regolamentata nel nostro Paese dal Decreto Legislativo 9 gennaio 2012, n. 4 “Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, a norma dell'articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96” (GU n. 26 del 1-2-2012). L' art. 27 del Decreto ha abrogato la Legge 14 luglio 1965, n. 963 (Legge Quadro). (Vedi: Tavola comparativa)
[1] Il processo di pesca coinvolge tre aspetti fondamentali:
- Bio-Ecologico, ossia il rapporto che esiste tra le popolazioni animali e l’ambiente in cui vivono (es. crescita, migrazioni, rapporti trofici, ecc.);
- Tecnologico, cioè i mezzi e gli strumenti che l’uomo utilizza per prelevare le risorse biologiche. Infatti il complesso costituito da navi, attrezzi, energia, tempo impiegato dall’uomo per la cattura di una determinata quantità di risorsa costituisce lo “sforzo di pesca”;
- Economico-Sociale, ossia i problemi che coinvolgono l’“azienda pesca”, e quindi l’economia dell’impresa ed il pescatore come lavoratore.
Pesca razionale significa armonizzare e controllare i tre aspetti suindicati
Tavola comparativa
Cosa cambia per quanto attiene l’attività di controllo sulla pesca
del Personale delle Capitaneria di Porto-Guardia Costiera

Normativa nazionale di base

E' di fondamentale importanza fare accenno ad alcune tra le più importanti normative nazionali che hanno disciplinato e pianificato, negli anni, l’attività di pesca:
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Decreto Legislativo 9 gennaio 2012, n. 4 recante “Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, a norma dell'articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96”. (GU n. 26 del 1-2-2012) - c.d. Legge Quadro
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Legge 28 luglio 2016, n. 154 - art. 39 "Modificazioni al Decreto Lefislativo 9 gennaio 2012, n, 4 recante misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura";
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D.P.R. n° 1639 del 2 ottobre 1968 “Regolamento per l'esecuzione della Legge 14 luglio 1965, n. 963, concernente la disciplina della pesca marittima” - Regolamento in vigore
- Legge n° 381 del 25 agosto 1988 “Modificazione alla legge 15 luglio 1965, n. 963 concernente disciplina della pesca marittima-ecologica”;
- Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 109 sulla “Etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari”;
- Decreto Legislativo 30 dicembre 1992 n° 530 “Norme sanitarie applicabili alla produzione e commercializzazione dei molluschi bivalvi vivi” (abrogato ad eccezione dell'articolo 20);
- Decreto 26 luglio 1995 “Disciplina del rilascio delle licenze di pesca (attrezzi)”;
- D.P.R. 9 novembre 1998, n. 424, che indica il Comando Generale quale Autorità competente responsabile del C.C.N.P.;
- Decreto Legislativo 27 luglio 1999, n° 271 “Sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi da pesca per il lavoro a bordo delle navi mercantili”;
- Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n° 298 “Attuazione della direttiva 93/103/CE relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di salute per il lavoro a bordo delle navi da pesca”;
- Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n° 226 “Orientamento e modernizzazione della pesca e dell’acquacoltura, a norma dell’art. 7 della legge 5.3.2001, n. 57 - Modificato dal D.L.vo 153/2004”;
- Decreto 27 marzo 2002 “Etichettatura dei prodotti ittici e sistema di controllo. Attenzione alle indicazioni obbligatoria – Nella vendita al dettaglio – In etichetta: la denominazione commerciale; il metodo di produzione; la zona di cattura (ad esempio: Nasello pescato in Mediterraneo);
- Decreto 12 settembre 2002 “Istituzione del Nucleo centrale ispettori pesca”;
- Decreto Legislativo 26 Maggio 2004, n. 153 come modificato dalla Legge 6.6.2008, n.101 “Attuazione della legge 7 marzo 2003, n. 38, in materia di pesca marittima (in corso di modifica. Riapertura delega con particolare riferimento alle sanzioni - raddoppiate - e al divieto di detenzione di reti non ammesse)”;
- Decreto Legislativo 26 Maggio 2004, n. 154 come modificato dalla Legge 6.6.2008, n.101 “Modernizzazione del settore pesca e dell'acquacoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, della Legge 7 marzo 2003, n. 38”;
- Decreto 26 luglio 2004, n. 231 “Regolamento recante integrazioni e modifiche al Regolamento di sicurezza per le navi abilitate alla pesca costiera”;
- Decreto 14 gennaio 2005 “Denominazione in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale (integrato dal decreto 25 luglio 2005)”;
- Decreto Legislativo 27 maggio 2005, n.100 “Istituzione del Reparto P.M.”;
- Decreto 24 maggio 2006 “Modalità di impiego della «ferrettara» (piccola rete da posta derivante)”;
- Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n° 193 “Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore”;
- Legge 6 giugno 2008, n. 101 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”;
- Legge 217 del 15 dicembre 2011 “sulle Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee - Legge comunitaria 2010. (12G0001)”.
Normativa comunitaria di base

E' di fondamentale importanza fare accenno ad alcune tra le più importanti normative comunitarie che hanno disciplinato e pianificato, negli anni, l’attività di pesca:
- Regolamento (CE) n. 2847/93 del Consiglio del 12/10/93 e succ. modifiche e norme di relativo alla “istituzione di un regime di controllo applicabile nell’ambito delle politiche comune della pesca”;
- Regolamento (CE) n. 894/97 del Consiglio del 29/04/97 e succ. modifiche e norme di attuazione relativo alla “Istituzione delle misure tecniche per la conservazione delle risorse della pesca”;
- Regolamento (CE) n. 104/2000 del Consiglio del 17/12/99 e succ. modifiche relativo alla “Organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti di pesca e acquacoltura”;
- Regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio del 20/12/2002 relativo alla “Conservazione e sfruttamento delle risorse della pesca nell’ambito della politica comune della pesca”;
- Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio del 21/12/2006 relativo alle “Misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo”
- Regolamento (CE) n. 517/2008 della Commissionbe del 10 giugno 2008 recante “modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 850/98 del Consiglio per quanto riguarda la determinazione dell’apertura di maglia e dello spessore del filo ritorto delle reti da pesca”;
- Regolamento (CE) 302/2009 del consiglio del 6 aprile 2009 concernente “un piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo che modifica il regolamento (CE) n. 43/2009 e che abroga il regolamento (CE) n. 1559/2007” (disciplina la pesca del tonno rosso);
- Regolamento (CE) 1224/2009 del consiglio del 20 novembre 2009 che istituisce “un regime di controllo comunitario per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca, che modifica i regolamenti (CE) n. 847/96, (CE) n. 2371/2002, (CE) n. 811/2004, (CE) n. 768/2005, (CE) n. 2115/2005, (CE) n. 2166/2005, (CE) n. 388/2006, (CE) n. 509/2007, (CE) n. 676/2007, (CE) n. 1098/2007, (CE) n. 1300/2008, (CE) n. 1342/2008 e che abroga i regolamenti (CEE) n. 2847/93, (CE) n. 1627/94 e (CE) n. 1966/2006”;
- Regolamento di esecuzione (UE) 404/2011 del consiglio dell'8 aprile 2011recante “modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1224/2009 del Consiglio che istituisce un regime di controllo comunitario per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca.
Applicazione della normativa nazionale e comunitaria (Reg. CE 1967/2006 e D.P.R. 1639/68)
E’ data la possibilità agli Stati membri di adottare misure nazionali nella fascia delle 12 miglia, purché conformi e più restrittive rispetto al diritto comunitario (Reg.CE 2371/2002, artt. 9 e 10).
Le norme nazionali che rispondono ai requisiti di conformità e restrittività si applicano solo alle unità da pesca italiane o alle persone stabilite in Italia, se la pesca non prevede l’uso di pescherecci.