Le perquisizioni
- La "perquisizione" è un atto tipico di investigazione mediante il quale gli Ufficiali di polizia giudiziaria o in casi eccezionali[1], gli Agenti di polizia giudiziaria (art. 113 disp. att. c.p.p.), ricorrendo «situazioni di urgenza» (ad esempio: perquisizione a seguito di flagranza di reato), procedono alla ricerca materiale di un evaso, di un condannato o di una persona da arrestare, fermare o catturare per gravi reati, ovvero alla ricerca del corpo del reato o di cose pertinenti al reato nei luoghi ove fondatamente le ritengono occultate o sulla persona di colui che fondatamente ritengono che le occulti.
Si prescinde, ovviamente dalle situazioni di urgenza e da qualsiasi riferimento alla gravità del reato per cui si procede quando gli Ufficiali di polizia giudiziaria compiono perquisizioni personali o locali su delega del Pubblico Ministero.
In caso di successo, alla perquisizione fa seguito altro atto (di sequestro, di ispezione, di fermo, di arresto, di misura custodiale o carcerazione).
La perquisizione è uno "strumento investigativo", usualmente attivato nel corso delle indagini di polizia giudiziaria e quasi mai in fasi processuali e, a seconda dell’oggetto, si distinguono in:
- personali
- locali
- domiciliari
Peraltro, la Polizia Giudiziaria può procedere a perquisizione anche in taluni casi espressamente previsti da "leggi speciali" che, a seconda della finalità, si possono distinguere in:
- perquisizioni aventi finalità preventiva
- perquisizioni aventi finalità di polizia giudiziaria.
[1] Possono procedere a perquisizione gli Agenti di polizia giudiziaria quando ricorrono situazioni di necessità e urgenza che rendono impossibile un intervento tempestivo dell’Autorità Giudiziaria o di un Ufficiale di polizia giudiziaria, come ad esempio: perquisizione a seguito di flagranza di reato.
Perquisizione personale
- Consiste nella ricerca sul corpo di una persona o sugli oggetti che essa indossa (vestiario) o porta con sé (borse, valige), del corpo del reato o delle cose pertinenti al reato che si sospettano ivi occultate.
Per intenderci, il «corpo del reato» è il complesso dei mezzi attraverso i quali il fatto criminoso viene compiuto o delle cose che rappresentano il prezzo, il prodotto o il profitto dell’illecito; «cose pertinenti al reato» sono strumenti o i mezzi legati, anche in via indiretta, alla fattispecie criminosa, che consentono di rilevare dati utili per la ricostruzione e l’accertamento dei fatti relativi al compimento di un illecito e informazioni sull’autore delle stesso.
Nella perquisizione personale la ricerca è generalmente manuale ma può essere effettuata anche con "mezzi meccanici".
- Ad esempio, rientrano tra le perquisizioni personal1, quelle eseguite mediante «strumentazione medica» (esplorazione vaginale, rettoscopia, esame radiologico) al fine di accertare se sono stati ingoiati oggetti preziosi o sostanze stupefacenti confezionate.
In questi casi, trattandosi di atti particolarmente delicati che sottopongono il soggetto a forme di trattamento (=esplorazione) sanitario, la Polizia Giudiziaria è legittimata a procedervi avvalendosi di personale medico con funzione di «Ausiliare» e comunque previa delega del Pubblico Ministero.
Tali atti possono essere compiuti anche senza il consenso del soggetto sottoposto a perquisizione: vista la urgente necessità terapeutica, sono infatti giustificati con la necessità di preservare il soggetto perquisito dal rischio di morte che egli corre trasportando nel proprio corpo oggetti e sostanze che possono provocargli gravi lesioni e gravi forme di intossicazione o infezione.
► Il presupposto per potere procedere a perquisizione personale è costituito:
- dal «fondato motivo» di ritenere che sulla persona si trovino occultate il corpo dei reato o cose pertinenti al reato che possono essere cancellate o disperse;
- la Polizia Giudiziaria deve contemporaneamente trovarsi ad agire in una delle situazioni di “urgenza presunta” rappresentate dalla:
- flagranza di reato[1]
- ricerca di un evaso
- necessità di procedere al fermo di una persona indiziata di delitto oppure alla esecuzione di una ordinanza che dispone la custodia cautelare o di un ordine che dispone la carcerazione.
In questo ultimo caso, può peraltro procedersi a perquisizione solo se:
- l’ordinanza o l’ordine riguarda uno dei delitti per i quali l’arresto in flagranza è obbligatorio (art. 380 c.p.p.) oppure, nell’ipotesi di fermo di indiziato di delitto, il provvedimento deve essere adottato per uno dei delitti indicati all’art. 384 c.p.p.;
- sussistono particolari motivi di urgenza che non consentono la emissione di un tempestivo decreto motivato di perquisizione da parte del Pubblico Ministero.
I presupposti delle perquisizioni sono l’esistenza di fondati motivi e di situazioni di particolare urgenza (=pericolo nel ritardo). Quanto ai fondati motivi, essi devono consistere in elementi oggettivi e non solo in semplici sospetti o vaghe congetture.
- Ad esempio, non può procedersi a perquisizione sulla base di una denuncia anonima o una notizia confidenziale da parte del pescatore che ci denuncia un illecito sulla pesca e cioè di atti che non possono essere usati processualmente, ma solo per svolgere indagini di carattere preventivo che non arrecano pregiudizio ai diritti del cittadino.
Quanto al pericolo del ritardo, esso è presunto nei casi di flagranza o quasi flagranza e di evasione.
- Ad esempio, va invece adeguatamente motivato ed esposto nel verbale di perquisizione nelle altre ipotesi (come la possibilità di fuga del ricercato, la probabilità che il corpo del reato venga rimosso, la probabilità di inquinamento delle prove).
La sussitenza dei presupposti del pericolo del ritardo e dei fondati motivi deve essere valutata con particolare attenzione dalla Polizia Giudiziaria.
La perquisizioni è infatti un “atto irripetibile” e come tale può incidere irreversibilmente sulle scelte processuali del Pubblico Ministero, in particolar modo quando questi è divenuto il dominus (ha già assunto la direzione) delle indagini preliminari.
Perquisizione effettuate in assenza dei suindicatii presupposti di legge, comportano a carico del personale operante, provvedimenti disciplinari e penali:
- perquisizione personale arbitraria o illegittima (art. 609 c.p.);
- violenza privata (art. 110 c.p.);
- violazione di domicilio commessa da un Pubblico Ufficiale (art. 615 c.p.)
La perquisizione effettuata in assenza di presupposti di legge è nulla e l’eventuale sequestro eseguito all’esito della stessa è inutilizzabile salvo si tratti di sequestro di cosa costituente corpo di reato o pertinenze al reato (Cass. Sez. Un. 5021/96)
- Ad esempio, se il personale della motovedetta della Guardia Costiera opera nel mare territoriale una perquisizione su un motopesca in mancanza di fondati motivi, ma rinviene materiali espoldenti illegalmente detenuti a bordo, il Pubblico Ministero non può convalidare la perquisizione e il sequestro e può anche provvedere che venga instaurato a carico del personale operante un procedimento disciplinare (art. 16 e ss. att.) o penale (artt. 110 e 615 c.p.). Le materie esplodenti così rinvenute rimangono però in stato di “fermo reale” fino alla emissione di un valido sequestro e rapresenta comunque un elemento di prova a carico del titolare del motopesca che illegalmente le deteneva.
Ne consegue che i risultati di una perquisizione effettuata in assenza dei presupposti di legge (fondati motivi e pericolo di ritardo) possono comunque essere utilizzati indipendentemente dalle censure disciplinarri o penali nei confronti del personale operante (Cass. 29550/06 e Cass. 3626/06).
► Nel «procedimento davanti al Giudice di Pace», la Polizia Giudiziaria, se autorizzata dal Pubblico Ministero, può procedere alla perquisizione anche fuori delle situazioni di urgenza (art. 13 D.lgs., 28.8.200, n. 274).
[1]Stato di chi viene colto nell’atto di commettere il reato (=flagranza)o subito dopo il reato inseguito ed è sorpreso con cose o tracce dalle quali appare che il soggetto ha commesso il fatto immediatamente prima (=quasi flagranza).
Perquisizione personale: modus operandi
► Modalità esecutiva:
- Se si ricerca una cosa determinata, l’Ufficiale di polizia giudiziaria prima di procedere alla perquisizione, può (ma non deve) invitare a consegnarla. Se la cosa è presentata, non si procede a perquisizione, salvo che si ritenga utile farlo per la completezza delle indagini (art. 248, comma 1).
- La perquisizione personale può essere iniziata anche in tempo di notte (e cioè, prima delle ore 7 e dopo le ore 20)
- Tutte le perquisizioni, in quanto atti che «invadono l’altrui sfera giuridica», intaccando la persona o il patrimonio o il domicilio, sono assoggettate a particolari forme di garanzia: l’interessato è "avvisato" della facoltà di farsi assistere da persona di fiducia (non necessariamente avvocato), purché questa sia prontamente reperibile e idonea (=idonea a essere «testimone ad atti del procedimento»: art. 120 c.p.p.).
E’ opportuno che la Polizia Giudiziaria renda effettivo l’esercizio di tale diritto se non vi è pericolo nel ritardo o se questo non comporta un serio intralcio all’espletamento della perquisizione.
L’inizio della perquisizione può essere, in tali casi, momentaneamente sospeso per consentire l’intervento della persona di fiducia prontamente reperibile. Analoga prassi va eseguita nell’ipotesi in cui la persona da perquisire vuole farsi assistere da un difensore.
- La perquisizione è eseguita nel rispetto della dignità (è quindi opportuno procedere separatamente alla perquisizione di più persone) e, nei limiti del possibile, del pudore di chi vi è sottoposto (art. 349 comma 2). Vi procede (o la esegue materialmente) persona dello stesso sesso di quella che vi è sottoposta salvi casi di impossibilità o di urgenza assoluta o quelli in cui la perquisizione è fatta eseguire da persona esercente la professione sanitaria (art. 79 att.).
- Le cose rinvenute a seguito di perquisizione sono sottoposte a «sequeatro» e custodite secondo quanto prescrivono gli articoli 259 e 260 c.p.p.
Quando la perquisizione è disposta dall’Autorità giudiziaria (G.I.P. o P.M.) con “decreto motivato“ (art. 247 c.p.p.) questo deve obbligatoriamente indicare:
- la fattispecie criminosa commessa, specificandone gli elementi di tempo e azione;
- la norma penale che si ritiene violata (e non soltanto il titolo di reato).
Il decreto di perquisizione ha forma scritta e, la copia va preventivamente consegnata al perquisendo.
Non sono qualificabili come perquisizioni e possono perciò essere eseguite con modalità informali:
- la esibizione del contenuto di tasche, borse, valigie, quando la richiesta della Polizia Giudiziaria non è equiparabile a un ordine;
- la palpazione sommaria delle vesti di una persona (=verificare la presenza di armi odo oggetti atti a offendere) che la Polizia Giudiziaria effettua, dopo l’arresto o il fermo, al principale fine di tutelare la propria incolumità.
► Garanzie difensive:
- Il difensore ha “facoltà” di assistere senza diritto di essere preventivamente avvisato (art. 356 c.p.p.). Della facoltà di farsi assistere, la stessa Polizia Giudiziaria deve dare notizia all’indagato se presente (art. 114 att.). La presenza del difensore non è però necessaria e, in difetto di nomina, alla Polizia Giudiziaria non è disposto di designare un difensore di ufficio.
- Se l’indagato vuole farsi assistere da un difensore è opportuno che la Polizia Giudiziaria renda effettivo tale diritto se non vi è pericolo nel ritardo o se questo non comporta un serio intralcio all’espletamento dell’atto (Cass. 27372/06). L’inizio della perquisizione può essere, in tali casi, momentaneamente sospeso per consentire l’intervento del difensore.
► Documentazione e trasmissione:
- L’atto di perquisizione è documentato mediante Verbale (la redazione deve essere contestuale al compimento dell’atto, salvo che non ricorrano insuperabili circostanze che la impediscano e che vanno indicate specificamente), che è trasmesso senza ritardo, e comunque non oltre le 48 ore dal compimento delle operazioni (previa conservazione di copia) al P.M. del luogo dove la perquisizione è stata eseguita.
Il Pubblico Ministero convalida la perquisizione nelle 48 ore successive quando accerta che ne ricorrevano i presupposti (art. 252 comma 4).
La documentazione relativa alla perquisizione è autonomamente posta a disposizione anche del P.M. competente in relazione al procedimento se diverso da quello del luogo ove la perquisizione è stata eseguita.
La documentazione è conservata nel fascicolo delle indagini presso l’ufficio del P.M. e copia di esso è conservata presso gli uffici di polizia (art. 115 att.).
- I dati della perquisizione vanno inserite nel «CED-SDI».
- Le cose rinvenute a seguito di perquisizione sono sottoposte a "sequestro".
I verbali delle perquisizioni compiute dalla P.G., trattandosi di “atti non ripetibili”, vengono inseriti nel fascicolo del dibattimento e attraverso la lettura di questo sono utilizzabili ai fini del giudizio (art. 511 c.p.p.
Vi sono "responsabilità disciplinari" e "penali" in caso di perquisizioni arbitrarie o illegittime (perquisizioni arbitrarie - 609 c.p.; violenza privata - 610 c.p.; violazione di domicilio - 614-615 c.p.).
- Ad esempio, nella flagranza di un reato, è corretto che alla perquisizione personale proceda immediatamente l’ Ufficiale o Agente di PG che ha effettuato l’arresto e che effettua la perquisizione per evitare la commissione di altri reati (accertare la presenza di armi) o per la ricerca del corpo del reato o di cose a questo pertinenti (recupero refurtiva); in caso di arresto per spaccio di stupefacenti, appare corretta l’immediata perquisizione personale, da parte degli Ufficiali operanti, sia del presunto spacciatore che dell’acquirente. Così come sarebbe corretta la perquisizione tempestivamente operata nel locale (anche unità mercantile) in cui lo spacciatore si fosse rifugiato o dove fosse stato raggiunto dai militari operanti che lo inseguivano. Sarebbe di certo correttamente operata anche una perquisizione nel domicilio dello spacciatore arrestato se questi, nella immediatezza e sul luogo del fatto, avesse dichiarato di detenervi altro stupefacente e/o vi fosse pericolo che il ritardo nella perquisizione domiciliare consentirebbe a eventuali correi di distruggere o appropriarsi della sostanza.
Perquisizione locale
- E’ finalizzata alla ricerca del corpo del reato o di cose pertinenti al reato ovvero di un evaso o di un soggetto da ridurre in vinculis (arresto, fermo, misura custodiale o carcerazione) per reati di particolari gravità: cose o soggetti che si ha «fondato motivo» di ritenere che si trovino occultati nel luogo determinato da perquisire.
Si può parlare di «perquisizione locale» solo quando il luogo perquisito è nella disponibilità (assoluta o relativa) di taluno, al contrario, si è fuori dall’ambito delle perquisizioni per i luoghi aperti (campi, strade, locali abbandonati).
Ipotesi specifica di perquisizione locale è la c.d. perquisizione domiciliare, che riguarda solo le perquisizioni compiute in una abitazione o nei luoghi chiusi adiacenti ad essa (luoghi destinati ad uso domestico o destinati al suo servizio o completamento).
- La perquisizione locale non è consentita in certi luoghi come ad esempio, nelle sedi diplomatiche, negli uffici dei difensori.
- La perquisizione di autoveicoli o di altri mezzi di trasporto è assimilabile alla perquisizione locale. In alcuni casi, quando essa riguarda mezzi di trasporto chiusi, adibiti ad abitazione e idonei allo svolgimento della vita domestica (roulottes, campers, panfili privati, navi da pesca, ecc.) la perquisizione costituisce perquisizione domiciliare.
► Il presupposto per potere procedere a perquisizione locale è costituito:
- dal «fondato motivo» di ritenere che in un determinato luogo si trovi il condannato, l'imputato, la persona sottoposta alle indagini o l'evaso oppure si trovino occultate il corpo dei reato o cose pertinenti al reato che possono essere cancellate o disperse;
- la Polizia Giudiziaria deve contemporaneamente trovarsi ad agire in una delle situazioni di “urgenza presunta” rappresentate dalla:
- flagranza di reato[1]
- ricerca di un evaso
- necessità di procedere al fermo di una persona indiziata di delitto oppure alla esecuzione di una ordinanza che dispone la custodia cautelare o di un ordine che dispone la carcerazione.
In questo ultimo caso, può peraltro procedersi a perquisizione solo se:
- l’ordinanza o l’ordine riguarda uno dei delitti per i quali l’arresto in flagranza è obbligatorio (art. 380 c.p.p.) oppure, nell’ipotesi di fermo di indiziato di delitto, il provvedimento deve essere adottato per uno dei delitti indicati all’art. 384 c.p.p.;
- sussistono particolari motivi di urgenza che non consentono la emissione di un tempestivo decreto motivato di perquisizione da parte del Pubblico Ministero.
I presupposti delle perquisizioni locali sono l’esistenza di fondati motivi e di situazioni di particolare urgenza (=pericolo nel ritardo).
Quanto ai fondati motivi, essi devono consistere in elementi oggettivi e non solo in semplici sospetti o vaghe congetture.
- Ad esempio, non può procedersi a perquisizione sulla base di una denuncia anonima o una notizia confidenziale da parte del pescatore che ci denuncia un illecito sulla pesca e cioè di atti che non possono essere usati processualmente, ma solo per svolgere indagini di carattere preventivo che non arrecano pregiudizio ai diritti del cittadino.
Quanto al pericolo del ritardo, esso è presunto nei casi di flagranza o quasi flagranza e di evasione.
- Ad esempio, va invece adeguatamente motivato ed esposto nel verbale di perquisizione nelle altre ipotesi (come la possibilità di fuga del ricercato, la probabilità che il corpo del reato venga rimosso, la probabilità di inquinamento delle prove).
La sussitenza dei presupposti del pericolo del ritardo e dei fondati motivi deve essere valutata con particolare attenzione dalla Polizia Giudiziaria.
La perquisizioni è infatti un “atto irripetibile” e come tale può incidere irreversibilmente sulle scelte processuali del Pubblico Ministero, in particolar modo quando questi è divenuto il dominus (ha già assunto la direzione) delle indagini preliminari.
Perquisizione effettuate in assenza dei suindicatii presupposti di legge, comportano a carico del personale operante, provvedimenti disciplinari e penali:
- perquisizione personale arbitraria o illegittima (art. 609 c.p.);
- violenza privata (art. 610 c.p.);
- violazione di domicilio commessa da un Pubblico Ufficiale (artt. 614-615 c.p.)
La perquisizione effettuata in assenza di presupposti di legge è nulla e l’eventuale sequestro eseguito all’esito della stessa è inutilizzabile salvo si tratti di sequestro di cosa costituente corpo di reato o pertinenze al reato (Cass. Sez. Un. 5021/96)
- Ad esempio, se il personale della motovedetta della Guardia Costiera opera nel mare territoriale una perquisizione su un motopesca in mancanza di fondati motivi, ma rinviene materiali espoldenti illegalmente detenuti a bordo, il Pubblico Ministero non può convalidare la perquisizione e il sequestro e può anche provvedere che venga instaurato a carico del personale operante un procedimento disciplinare (art. 16 e ss. att.) o penale (artt. 110 e 615 c.p.). Le materie esplodenti così rinvenute rimangono però in stato di “fermo reale” fino alla emissione di un valido sequestro e rapresenta comunque un elemento di prova a carico del titolare del motopesca che illegalmente le deteneva.
Ne consegue che i risultati di una perquisizione effettuata in assenza dei presupposti di legge (fondati motivi e pericolo di ritardo) possono comunque essere utilizzati indipendentemente dalle censure disciplinarri o penali nei confronti del personale operante (Cass. 29550/06 e Cass. 3626/06).
► Nel «procedimento davanti al Giudice di Pace», la Polizia Giudiziaria, se autorizzata dal Pubblico Ministero, può procedere alla perquisizione anche fuori delle situazioni di urgenza (art. 13 D.lgs., 28.8.200, n. 274).
[1] Stato di chi viene colto nell’atto di commettere il reato (=flagranza)o subito dopo il reato inseguito ed è sorpreso con cose o tracce dalle quali appare che il soggetto ha commesso il fatto immediatamente prima (=quasi flagranza)
Perquisizione locale: modus operandi
► Modalità di esecuzione:
- Se si ricerca una cosa determinata, l’Ufficiale di polizia giudiziaria o in casi eccezionali, gli Agenti di p.g. (all’art. 113 disp.att. c.p.p.), prima di procedere alla perquisizione, può (ma non deve) invitare a consegnarla. Se la cosa è presentata, non si procede a perquisizione, salvo che si ritenga utile farlo per la completezza delle indagini (art. 248, comma 1).
- Può essere iniziata anche "in tempo di notte" salvo che non si tratti di perquisizione domiciliare. In tal caso non può essere iniziata prima delle ore 7 e dopo le ore 20. Fuori di tali limiti temporali può essere eseguita solo quando il ritardo potrebbe pregiudicarne l’esito.
- La perquisizione su "delega" dell’Autorità giudiziaria in un’abitazione o nei luoghi chiusi ad essa adiacenti, può essere effettuata esclusivamente da Ufficiali di polizia giudiziaria (e NON anche dagli Agenti di p.g.) tra le ore 7 e le ore 20. I suddetti limiti temporali possono essere "derogati" con ordine scritto del Magistrato oppure di propria iniziativa dalla Polizia Giudiziaria quando il ritardo nell’esecuzione della perquisizione potrebbe pregiudicarne l’esito.
- I limiti temporali sono derogabili:
- nei casi urgenti: la deroga, per le perquisizioni nel domicilio, deve essere contenuta nel decreto motivato di perquisizione (art. 251 c.p.p.);
- nella flagranza di reato ed evasione: quando il ritardo nella esecuzione di una perquisizione domiciliare potrebbe pregiudicarne l’esito (art. 352 c.p.p.);
- in caso di reati di maggiore gravità: quando è previsto l’arresto obbligatorio o il fermo di polizia giudiziaria (art. 38 c.p.p.) e sussistono particolari motivi di urgenza che non consentono l’emissione di un tempestivo decreto di perquisizione (art. 352 c.p.p.).
- Tutte le perquisizioni, in quanto atti che «invadono l’altrui sfera giuridica», intaccando la persona o il patrimonio o il domicilio, sono assoggettate a particolari forme di garanzia.
L’interessato (che può essere l’indagato o chi ha comunque l’attuale disponibilità del luogo) è "avvisato della facoltà" di farsi rappresentare o assistere da idonea persona di fiducia, purché questa sia prontamente reperibile e idonea (idonea a essere «testimone ad atti del procedimento»: art. 120 c.p.p.).
- Quando manca l’interessato, l’avviso suindicato è rivolto ad un congiunto, un coabitante o un collaboratore ovvero, in mancanza, al portiere o a chi ne fa le veci (art. 250 comma 2). Quando mancano le persone suindicate si procederà comunque alla perquisizione dando atto nel Verbale della situazione e degli atti (esempio forzatura di porta) necessariamente compiuti per introdursi nel luogo e per poi assicurarlo. L’Ufficiale di polizia giudiziaria può ordinare, enunciando nel Verbale i motivi, che taluno, presente o sopraggiunto nel corso della perquisizione, non si allontani dal luogo prima che le operazioni siano concluse. Chi trasgredisce all’ordine è trattenuto o ricondotto coattivamente su posto (art. 250 comma 3) e può rispondere del reato di cui all’art. 650 c.p.
- La Polizia Giudiziaria può anche procedere a "perquisizione personale" delle persone presenti o sopraggiunte quando ha fondato motivo di ritenere che su di esse si trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato (art., 250 comma 3 c.p.p.).
- Le cose rinvenute a seguito di perquisizione locale sono sottoposte a «sequeatro» e custodite secondo quanto prescrivono gli articoli 259 e 260 c.p.p.
► Garanzie difensive:
- Il difensore ha facoltà di assistere senza diritto di essere preventivamente avvisato, trattandosi normalmente di c.d. “atto a sorpresa”, della facoltà di farsi assistere, la stessa Polizia Giudiziaria deve dare notizia all’indagato se presente (art. 114 att.).
► Documentazione e trasmissione:
- L’atto di perquisizione locale è documentata mediante Verbale (la redazione deve essere contestuale al compimento dell’atto, salvo che non ricorrano insuperabili circostanze che la impediscano e che vanno indicate specificamente), che è trasmesso senza ritardo, e comunque non oltre le 48 ore dal compimento delle operazioni al P.M. del luogo dove la perquisizione è stata eseguita. La documentazione relativa alla perquisizione è autonomamente posta a disposizione anche del P.M. competente in relazione al procedimento se diverso da quello del luogo ove la perquisizione è stata eseguita.
- I dati della perquisizione vanno inserite nel «CED-SDI».
- La documentazione è conservata nel fascicolo delle indagini presso l’Ufficio del P.M. e copia di esso è conservata presso gli Uffici di polizia (art. 115 att.). Le cose rinvenute a seguito di perquisizione sono sottoposte a sequestro. I verbali delle perquisizioni compiute dalla P.G., trattandosi di “atti non ripetibili”, vengono inseriti nel fascicolo del dibattimento e attraverso la lettura di questo sono utilizzabili ai fini del giudizio (art. 511 c.p.p.
- Il verbale delle operazioni compiute è consegnato all'interessato o, se questi manca, a una delle persone intrevenute (congiunto, coabitante, collaboratore oppure, in mancanza, portiere o chi ne fa le veci).
- Il Pubblico Ministero convalida la perquisizione nelle 48 ore successive quando accerta che ne ricorrevano i presupposti (art. 252 comma 4).
La perquisizione locale non può essere compiuta per iniziativa estemporanea del singolo Ufficiale o Agente di polizia giudiziaria. Vi sono "responsabilità disciplinari" e "penali" in caso di perquisizioni arbitrarie o illegittime (perquisizioni arbitrarie - 609 c.p.; violenza privata - 610 c.p.; violazione di domicilio - 614-615 c.p.).
La violazione degli altrui domicilio e l’eventuale danneggiamento dei beni saranno giustificati dall’accertamento della circostanza che chi ha operato lo ha fatto nell’adempimento di un dovere di istituto (art. 51 c.p.). Chi ha operato va dunque esente da pena e non è tenuto neppure al risarcimento dei danni. Può aggiungersi che, ove tali danni non siano dovuti a condotta censurabile sotto il profilo della prudenza, perizia, osservanza di norme, ma risultino obiettivamente giustificati da uno stato di necessità, i terzi danneggiati avranno diritto solo ad un’equa indennità (art. 2045 cod. civ.), dovuta se del caso, non al personale intervenuto ma dalla sua Amministrazione di appartenenza.
Le perquisizioni nelle leggi speciali
- La Polizia Giudiziaria può procedere a perquisizione anche in taluni casi espressamente previsti da "leggi speciali" che, a seconda della finalità, si possono distinguere in:
- perquisizioni aventi finalità preventiva
- perquisizioni aventi finalità di polizia giudiziaria
Le prime possono essere compiute tanto da "Ufficiali" che da "Agenti" di polizia giudiziaria, e il cui scopo non è tanto l’acquisizione della notizia di reato, quanto l’espletamento di una attività di pubblica sicurezza. Più analiticamente, mentre la «funzione giudiziaria» è volta a finalità repressive, intervenendo dopo la commissione di un fatto costituente reato allo scopo di individuare l’autore e di impedirne l’aggravamento, la funzione di «pubblica sicurezza» ha carattere preventivo e si estrinseca in un’attività di vigilanza diretta ad impedire il verificarsi di fatti dannosi o pericolosi. Particolarmente rilievo in questo senso hanno le perquisizioni relative all’accertamento degli illeciti depenalizzati.
Di contro, le seconde, interessano direttamente il procedimento penale, in quanto portano all’accertamento della notizia di reato. Tali sono quelle previste dall’art. 225 att..
La prima ipotesi (in materia di armi) è contenuta nell’art. 41 Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773 (T.U.L.P.S.), concernente le perquisizioni, esclusivamente locali, ed il conseguente sequestro, effettuate, anche fuori della flagranza o di evasione, da Ufficiali che da Agenti di polizia giudiziaria, che abbiano notizia (pure se anonima), «anche per indizio», dell’esistenza in qualsiasi locale o privato o in qualsiasi abitazione, di armi, munizioni e materie esplodenti, non denunciate o non consegnate o comunque illecitamente detenute.
La seconda ipotesi è individuata dall’art. 4 Legge 22 maggio 1975, n. 152 , sull’ordine pubblico, come modificata dalla Legge 19 marzo 1990, n. 53, recante nuove norme sulla prevenzione della delinquenza mafiosa (non espressamente richiamata dall’art. 225 att.) concernente le perquisizioni realizzate «sul posto», nel corso di operazioni di polizia, da Ufficiali e Agenti di P.G.
In particolare, a norma del suddetto articolo, in casi eccezionali di necessità e urgenza, che non consentono un tempestivo provvedimento dell’Autorità giudiziaria[1], la Polizia giudiziaria (U.P.G. e A.P.G.) può procedere, oltre che alla identificazione, all’immediata perquisizione sul posto, al solo fine di accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione, nei confronti di persone il cui atteggiamento o la cui presenza, in relazione a specifiche e concrete circostanze di luogo e di tempo, non appaiono giustificabili. In tale circostanza la perquisizione può estendersi al mezzo di trasporto (unità mercantile) utilizzato dalle persone predette per giungere sul posto.
- Ad esempio, richiedere l’autorizzazione telefonica al magistrato competente renderebbe vana la perquisizione alla quale è invece urgente (il ritardo ne comprometterebbe l’esito) e necessario (indispensabile) procedere, in vista del raggiungimento dello scopo dell’atto. Si pensi al fondato motivo, da parte del personale del Corpo delle Capitanerie di Porto, di ritenere che a bordo di una nave da pesca si trovi materiale esplodente che potrebbe essere utilizzato per l’esercizio della pesca ove non si procedesse alla perquisizione.
Alle perquisizioni fino a qua esaminate, può essere assimilata quella compiuta per il “Contrasto della immigrazione clandestina” (art. 12 comma 7, Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 ).
La disciplina appena esposta si applica, per espresso richiamo dell’art. 4 L. 152/75, anche alle perquisizioni eseguite dai militari delle FF.AA. (a disposizione dei Prefetti), nell’ambito di operazioni di sicurezza e controllo del territorio, per la prevenzione dei delitti di criminalità organizzata e, in particolare, all’accertamento dell’eventuale possesso di armi, esplosivi al fine specifico di prevenire o impedire comportamenti che possono mettere in pericolo l’incolumità delle popolazioni, la sicurezza dei luoghi o delle infrastrutture.
I presupposti delle operazioni di polizia in corso e della particolare necessità o urgenza accomunano la tipica perquisizione sul posto alle perquisizioni per la “prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti”.
E’ la perquisizione, sia personale che locale, che gli U.P.G. (e Non anche l’Agente) possono compiere per ricercare "sostanze stupefacenti o psicotrope" ai sensi delle disposizioni contenute all’art. 103 T.U. approvato con D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 .
[1] Si riferisce ad ipotesi in cui il tempo occorrente per richiedere e ottenere il decreto di perquisizione dell’A.G. renderebbe vana la perquisizione alla quale è invece urgente (= il ritardo ne comprometterebbe l’esito) e necessario (=indispensabile) procedere, in vista del raggiungimento dello scopo dell’atto.
Perquisizione locale in materia di armi (art. 41 T.U.L.P.S.)
Tale ipotesi (in materia di armi) è contenuta nell’art. 41 R.D. 18.6.1931, n. 773 (Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza), concernente le perquisizioni, "esclusivamente locali" ed il conseguente sequestro, effettuate di iniziativa estemporanea, anche fuori della flagranza o di evasione, da Ufficiali che da Agenti di polizia giudiziaria, che abbiano notizia (pure se anonima), «anche per indizio», dell’esistenza in qualsiasi locale (pubblico o privato o in qualsiasi abitazione), di armi, munizioni e materie esplodenti, non denunciate o non consegnate o comunque illecitamente detenute.
A differenza delle perquisizioni previste dal Codice di rito (artt. 352-356), la perquisizione in esame è solo locale (anche domiciliare ed estendibile al mezzo di trasporto) e non anche personale.
- Per la sua intrinseca e inderogabile urgenza (dovuta al pericolo per la sicurezza pubblica discendente dalla illegale detenzione di armi) è effettuata oltre che dagli Ufficiali anche dagli Agenti polizia giudiziaria e sulla base di elementi di prova più generici. Per questa ragione, si ritiene solitamente che, a legittimarla, possa essere anche una notizia anonima o confidenziale.
► Garanzie difensive:
Si applicano le garanzie previste per le perquisizioni locali disciplinate dal codice (artt. 352 e 356 c.p.p.).
- Il difensore ha “facoltà” di assistere senza diritto di essere preventivamente avvisato (art. 356 c.p.p.). Della facoltà di farsi assistere, la stessa Polizia Giudiziaria deve dare notizia all’indagato se presente (art. 114 att.). La presenza del difensore non è però necessaria e, in difetto di nomina, alla Polizia Giudiziaria non è disposto di designare un difensore di ufficio.
- Se la persona vuole farsi assistere da un difensore è opportuno che la Polizia Giudiziaria renda effettivo tale diritto se non vi è pericolo nel ritardo o se questo non comporta un serio intralcio all’espletamento dell’atto (Cass. 27372/06). L’inizio della perquisizione può essere, in tali casi, momentaneamente sospeso per consentire l’intervento del difensore.
► Documentazione e trasmissione:
- Il verbale della perquisizione è trasmeso all’ufficio del Pubblico Ministero non oltre le 48 ore; il P.M. procede, nelle 48 ore successive, alla convalida della perquisizione (e dell’eventuale sequestro).
- I dati della perquisizione vanno inseriti nel CED-SDI.
Perquisizione sul posto
- Tale ipotesi è individuata dall’art. 4 Legge 22 maggio 1975, n. 152 , come modificata dalla Legge 19 marzo 1990, n. 53, recante nuove norme sulla prevenzione della delinquenza mafiosa (non espressamente richiamata dall’art. 225 att.) e concerne le perquisizioni realizzate «sul posto», nel corso di "operazioni di polizia", da Ufficiali e Agenti di polizia giudiziaria.
In particolare, a norma del suddetto articolo, in casi eccezionali di necessità e urgenza, che non consentono un tempestivo provvedimento dell’Autorità giudiziaria , la Polizia giudiziaria (U.P.G. e A.P.G.) può procedere, oltre che alla identificazione, all’immediata perquisizione sul posto, al solo fine di accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione, nei confronti di persone il cui atteggiamento o la cui presenza, in relazione a specifiche e concrete circostanze di luogo e di tempo, non appaiono giustificabili.
► Presupposti per poter procedere alla perquisizione sul posto:
- sia in corso una operazione di polizia (=operazione a vasto raggio od operatzione ordinaria svolta da pattuglie), e non si tratti, perciò, di iniziativa occasionale (estemporanea) del singolo Ufficiale o Agente di polizia giudiziaria;
- ricorrano casi eccezionali di necessità e di urgenza, che non consente un tempestivo intervento del Pubblico Ministero;
- Ad esempio, richiedere l’autorizzazione telefonica al magistrato competente renderebbe vana la perquisizione alla quale è invece urgente (il ritardo ne comprometterebbe l’esito) e necessario (indispensabile) procedere, in vista del raggiungimento dello scopo dell’atto. Si pensi al fondato motivo, da parte del personale del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, di ritenere che a bordo di una nave da pesca si trovi materiale esplodente che potrebbe essere utilizzato per l’illecito esercizio della pesca ove non si procedesse alla perquisizione.
- la perquisizione sia rivolta all'accertamento dell'eventuale possesso di armi, materie esplodenti e strumenti di effrazione.
► Modalità esecutie:
- è eseguita su persona, il cui atteggiamento o la cui presenza, in relazione a specifiche e concrete circostanze di tempo e di luogo, non appare giustificabile;
- Si pensi, ad esempio a chi con atteggiamento sospetto si avvicina a stazioni marittime oppure d una nave ormeggiata in porto o a stazioni ferroviarie, con involucri sospetti....
- si può estendere al mezzo (= nave, unità da diporto) usato dalla persona per giungere sul posto;
- può essere eseguita (o proseguita), se la persona da perquisire vi consente, in Ufficio di polizia (per evidenti esigense di riservatezza).
► Garanzie difensive:
- il difensore ha facoltà di assistervi senza diritto di essere preventivamente avvisato; se l’indagato vuole farsi assistere da un difensore è opportuno che la Polizia Giudiziaria renda effettivo tale diritto se non vi è pericolo nel ritardo o se questo non comporta un serio intralcio all’espletamento dell’atto.
► Documentazione e trasmissione:
- La perquisizione sul posto è documentata mediante Verbale che viene consegnato in copia all’interessato e trasmesso, entro 48 ore, al Pubblico Ministero per la convalida (art. 13 Cost.);
- se la perquisizione è stata estesa al mezzo di trasporto e per essa è stato redatto un autonomo Verbale, di questo non è prevista la consegna all’interessato.
- I dati della perquisizione vanno inserite nel CED-SDI.
La disciplina appena esposta si applica, per espresso richiamo dell’art. 4 L. 152/75, anche alle perquisizioni eseguite dai "militari delle FF.AA." (a disposizione dei Prefetti), nell’ambito di operazioni di sicurezza e controllo del territorio, per la prevenzione dei delitti di criminalità organizzata e, in particolare, all’accertamento dell’eventuale possesso di armi, esplosivi al fine specifico di prevenire o impedire comportamenti che possono mettere in pericolo l’incolumità delle popolazioni, la sicurezza dei luoghi o delle infrastrutture.
Perquisizione per la prevenzione e repressione del traffico di stupefacenti
- I presupposti delle operazioni di polizia in corso e della particolare necessità o urgenza accomunano la tipica perquisizione sul posto alle perquisizioni per la “prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti”.
E’ la perquisizione, sia "personale che locale", che gli Ufficiali di polizia giudiziaria (e NON anche l’Agente) possono compiere per ricercare sostanze stupefacenti o psicotrope ai sensi delle disposizioni contenute all’art. 103 T.U. approvato con D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 .
► Presupposti:
Presupposti per procedere alla perquisizione è che:
- sia in corso una "operazione di polizia" e non si tratti, perciò, di iniziativa estemporanea del singolo Ufficiale di polizia giudiziaria;
- deve sussistere il "fondato motivo" di ritenere che, mediante la perquisizione, possano rivenirsi sostanze stupefacenti o psicotrope
- ricorrano motivi di particolare necessità e urgenza tali da non consentire neppure di richiedere l’autorizzazione telefonica alla perquisizione al Magistrato competente.
► Modalità di esecuzione:
- L'Ufficiale di polizia giudiziaria, prima di procedere alla perquisizione, può (ma non deve) invitare a consegnare la droga. Se la droga è presentata, non si procede a perquisizione, salvo che si ritenga utile farlo per la completezza delle indagini (art. 248, comma 1).
- Può essere iniziata anche "in tempo di notte" salvo che non si tratti di perquisizione da effettuiare preso il domicilio. In tal caso non può essere iniziata prima delle ore 7 e dopo le ore 20. Fuori di tali limiti temporali può essere eseguita solo quando il ritardo potrebbe pregiudicarne l’esito.
- La perquisizione su "delega" dell’Autorità giudiziaria in un’abitazione o nei luoghi chiusi ad essa adiacenti, può essere effettuata esclusivamente da Ufficiali di polizia giudiziaria tra le ore 7 e le ore 20. I suddetti limiti temporali possono essere "derogati" con ordine scritto del Magistrato oppure di propria iniziativa dalla Polizia Giudiziaria quando il ritardo nell’esecuzione della perquisizione potrebbe pregiudicarne l’esito.
- La perquisizione, in quanto atto che «invade l’altrui sfera giuridica», intaccando la persona o il patrimonio o il domicilio, è assoggettata a particolari forme di garanzia. L’interessato (che può essere l’indagato o chi ha comunque l’attuale disponibilità del luogo) è "avvisato della facoltà" di farsi rappresentare o assistere da idonea persona di fiducia, purché questa sia prontamente reperibile e idonea (idonea a essere «testimone ad atti del procedimento»: art. 120 c.p.p.). Quando manca l’interessato, l’avviso suindicato è rivolto ad un congiunto, un coabitante o un collaboratore ovvero, in mancanza, al portiere o a chi ne fa le veci (art. 250 comma 2). Quando mancano le persone suindicate si procederà comunque alla perquisizione dando atto nel Verbale della situazione e degli atti (esempio forzatura di porta) necessariamente compiuti per introdursi nel luogo e per poi assicurarlo. L’Ufficiale di polizia giudiziaria può ordinare, enunciando nel Verbale i motivi, che taluno, presente o sopraggiunto nel corso della perquisizione, non si allontani dal luogo prima che le operazioni siano concluse. Chi trasgredisce all’ordine è trattenuto o ricondotto coattivamente su posto (art. 250 comma 3) e può rispondere del reato di cui all’art. 650 c.p.
- L'Uffiiciale di polizia giudiziaria può anche procedere a "perquisizione personale" delle persone presenti o sopraggiunte quando ha fondato motivo di ritenere che su di esse si trovino occultate sostanze stupefacenti o psicotrope (art., 250 comma 3 c.p.p.).
- Possono prevedere, se autorizzate dal Pubblico Ministero del luogo ove la perquisizione deve essere eseguita, anche "esami radiologici".
- La droga rinvenuta a seguito di perquisizione è sottoposta a «sequestro» e custodita secondo quanto prescrivono gli articoli 259 e 260 c.p.p. (si pensi al rinvenimento di ovuli contenenti stupefacenti da fare poi espellere con adeguate terapie).
- Al fine di prevenire e reprimere il traffico di stupefacenti, l’art. 99 D.P.R. 309/90 prevede la possibilità di procedere alla «perquisizione e cattura di navi». La nave italiana da guerra o in servizio di polizia (della Marina e dell’Aeronautica Militare, di una delle cinque Forze di Poliza interforze), che nel mare territoriale o in alto mare, incontra una nave nazionale (anche unità da diporto) può fermarla, sottoporla a vistita e perquisizione del carico, catturarla e condurla in un porto dello Stato o nel porto estero più vicino. Tali attività possono essere compiute quando sussiste il «sospetto» che la nave sia adibita al trasporto di stupefacenti.
- Il sospetto sussiste anche quando la nave"viaggia con fari spenti", non risponde alle segnalazioni o pendola prolungatamente lungo lo stesso tratto di mare.
- Le perquisizioni personali degli occupanti della nave e quelle delle cabine seguono la disciplina del Codice di rito.
- I poteri di fermo, visita, perquisizione e cattura possono essere esercitati anche su aeromobili e navi non nazionali che si trovano in acque territoriali o entro i limiti previsti dalle norme internazionali. L’art. 5 D.P.R. 309/90 (Controllo e vigilanza) – Legge 22 dicembre 1975, n. 685, n. 3 stabilisce che per l’esercizio del controllo e della vigilanza il Ministero della Sanità si avvale normalmente dei nuclei specializzati dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, della Guardia di Finanza, della Forza Armata dei Carabinieri e, nei casi urgenti, di qualsiasi Ufficiale e Agente della forza pubblica.
- Per quanto riguarda il «controllo sulle navi» e sugli aeromobili l’azione è coordinata con le Capitanerie di Porto o con i comandi di aeroporto.
► Garanzie difensive:
- Il difensore ha facoltà di assistere senza diritto di essere preventivamente avvisato, trattandosi normalmente di c.d. “atto a sorpresa”, della facoltà di farsi assistere, l'Ufficiale di polizia giudiziaria deve dare notizia all’interessato se presente (art. 114 att.).
► Documentazione e trasmissione:
- La perquisizione (e l'eventuale sequestro) è documentata mediante Verbale che viene consegnato in copia all’interessato e trasmesso, senza ritardo e comunque entro 48 ore, al Pubblico Ministero per la convalida.
- I dati della perquisizione vanno inserite nel CED-SDI.
Perquisizione per il contrasto della immigrazione clandestina
- La perquisizione compiuta per il “contrasto della immigrazione clandestina” (art. 12 comma 7 Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 ), è la "perquisizione locale", ivi compresa quella domiciliare, che gli Ufficiali e gli Agenti di polizia giudiziaria che operano nelle province di confine e nelle acque territoriali, possono compiere per prevenire e reprimere condotte dirette a violare le norme sull’ingresso e la permanenza di stranieri nel territorio dello Stato.
► Presupposti:
- Sia in corso una "operazione di polizia" strumentale al contrasto dell'immigrazione clandestina (non deve trattarsi, perciò, di iniziativa estemporanea del singolo Ufficiale di polizia giudiziaria) disposta nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il controllo delle frontiere e la vigilanza marittima o terrestre (art. 11 comma 3 D.lgs. 286/98)
- sussista il fondato motivo, deducibile anche da specifiche circostanze di tempo o di luogo, di ritenere che mezzi di trasporto e cose trasportate possano essere utilizzati per la commissione di reati collegati al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
► Modalità esecutive:
- Valgono le disposizioni delle perquisizioni tipiche locali e, in specie quelle che, quando il ritardo può pregiudicarne l’esito, consentono la perquisizione sui mezzi di trasporto adibiti ad abitazione (c.d. perquisizioni nel domicilio) anche in tempo di notte (prima delle ore sette e dopo le ore venti)
► Garanzie difensive:
- Si applicano le garanzie previste per le perquisizioni personali e locali disciplinate dal Codice (artt. 352 e 356 c.p.p.)
► Documentazione e trasmissione:
- Le operazioni di perquisizione (e di eventuale sequestro) sono documentate mediante Verbale.
- La legge non precisa se l’Ufficiale di polizia giudiziaria debba procedere alla consegna di copia del verbale all’interessato. Il verbale deve contenere tra l’altro, la indicazione dei presupposti richiesti per la esecuzione dell’atto.
- Della perquisizione è data notizia, senza ritardo e comunque entro 48 ore, al Procuratore della Repubblica del luogo ove la perquisizione è avvenuta che, ricorrendone i presupposti, la convalida entro le successive 48 ore.
- I dati della perquisizione vanno inserite nel CED-SDI.